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giovedì 19 gennaio 2012

Da Platone a Seneca, citando le opere d'ingegno da Raffaello e Carracci fino a Michele Placido

L'Italia e la Grecia non sono "espressione geografica" e neanche "Olimpo". Sono la culla della civiltà, dove il valore e la bellezza sono opera d'ingegno: Cesare e Platone. Se consideriamo anche la Spagna e il Portogallo la storia del pensiero si fa voce di stoici e di santi: Seneca e Sant'Antonio. Abbiamo escluso, per questioni quantitative, di numeri, Omero e Esiodo, Euripide, Sofocle e Aristofane,quindi Boezio, San Tommaso, Leonardo, Raffaello, Beato Angelico, Carracci, San Francesco, Maria Goretti, Fermi, Maiorana, Golgi, Foscolo, Verri, Pirandello e Michele Placido! 
Si rischia l'esodo delle menti più brillanti. Alcuni non si sentono a rischio. Forti delle loro virtù!

Attilio Zadro commenta con questo trasporto l'opera di Platone, le Leggi.

Platone non cerca molto le belle parole e lui stesso lo dice, anche se le sue parole sono spesso molto belle.
Platone non cerca nemmeno gli dei, in quest'opera, - (le Leggi) - e le cose divine, anche se ne parla molto.
Bisognerebbe inventare, egli dice, se non si fossero inventate l'identità fra giustizia e felicità, fra felicità e virtù, perché egli cerca lo stato della virtù qui in terra, e lo stato della virtù è quello dove hanno potere gli "onesti" e gli "onesti" oltre al resto prima di tutto sono "intelligenti" e quindi fra la virtù primeggia l'intelligenza, e poi sapienti e finalmente anche ricchi.

Notate come Zadro nomini la virtù e non le virtù. Sulla ricchezza chiude in modo perfetto, contemporaneo, proprio delle virtù delle genti che sono oggi. Poi riprende, però, saggiamente:

Sarebbe meglio, egli dice, che non ci fosse ricchezza e povertà: allora gli "onesti", pochi lo stesso, ma sempre "intelligenti", sarebbero i filosofi.
Comunque, in un caso o nell'altro, nello stato di Platone, che Platone voleva realizzare, ci sono almeno due tipi di leggi, quelle per i liberi e quelli per gli schiavi.
E' una delle opere greche in cui si parla di più degli schiavi e le sue pagine risuonano sinistramente delle vergate, delle parole di morte per questi uomini e queste donne.

Si riferisce a quegli uomini e a quelle donne di allora. Non c'è rischio per i contemporanei!

Per questa ragione le leggi di Platone sono un'opera molto importante per comprendere molte cose della bellezza, la giustizia e la "bontà" della civiltà greca.

Notate ancora l'umiltà di Zadro che scrive con la lettera minuscola il titolo dell'opera, mentre oggi anche chi mette lo zerbino davanti alla porta di casa fa aggiungere le iniziali del nome con una grandezza dei caratteri che possono essere letti comodamente anche da chi è abbandonato sulla morbidezza del divanetto di fronte al televisore nell'angolo più buio del salotto della comoda dimora ubicata a due isolati di distanza, guardando un filmetto o dormendo con grande sforzo muscolare e serenità d'animo. 

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