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martedì 3 gennaio 2012

Evoluzioni e rivoluzioni, e... voluzioni, forse, e ri... voluzioni...meglio!!!!

Suggestionati dall'impressione delle proprie follie rifiutano lo sguardo a chi gli offre la vita in cambio di nulla.
I rivoluzionari sono la fine della speranza, perché esercitano solo ispirazioni momentanee per poi ritrovarsi con Berlusconi a valutare proposte.
Le rivoluzioni sono quelle che si fanno tra amici, una sera, quando l'aria è calma e nessuno si aspetta che si torni a predicare l'uguaglianza e la libertà per le strade.
La libertà è su internet dove uno si fa gli amici che vuole, tanto non parlano e non chiedono niente. Al massimo della loro nostalgia condividono un piacere con il pollice in su!
Poi ci sono anonimi che hanno problemi di punteggiatura e di insonnia. Non hanno la possibilità di perdere la faccia.
Anche le pillole sono in polvere come i pensieri.
Bisogna condividere la vita, la pietà vera, il dolore per chi è solo e reclama un aiuto, il piacere per chi è solo e sta bene così a ripensare al piacere e a dargli forma. A ripensare al male, e sconfiggerlo con i propositi e le azioni che seguiranno dopo le meditazioni.
Non è di moda riscoprire la bellezza delle parole, è di moda l'offesa o la risata scritta male: "Ha ha ha ha!" E' il contrario il verso, contraria è l'emissione del respiro. Su un vetro l'effetto dell'errore si vede.
I rivoluzionari facevano le rivoluzioni o cantavano canzoni, adesso dormono sogni sereni e criticano chi va a cantare per il Papa o a San Remo! Vorrebbero essere loro in quel posto per cantarne quattro a tutti! Sono più simpatici quando dormono, perché le rivoluzioni adesso le fanno le ballerine che chiedono i danni a chi le ha trattate come prostitute. Veramente le ballerine hanno sempre fatto parte delle dotazioni delle corti, da Salomè a  Bianca e alla Bella Otero.
Miraggio di quale elevazione della mente è sperare di non rimetterci troppo in tasse l'anno venturo, quando riaprono la festa dell'Unità e in piazza San Pietro si prova prima della sacra rappresentazione in presenza del Papa.
Si ringrazieranno con inni e danze gli Dei dell'Olimpo dei Maya se si scamperà alla tragedia e alla fine. Dovremo la vita a indovini che hanno fatto le rivoluzioni con riti sacrificali a Dei avidi di sangue e di vendetta. La rivoluzione copernicana è stata vera rivoluzione culturale, Galileo ha dovuto abiurare e chiedere il sacro perdono. La verità, nonostante la costrizione, è rimasta come patrimonio di un mondo antico che le rivoluzioni le ha sempre fatte coi forconi e con le falci. Zotici e incolti hanno reclamato per la libertà come bene comune imprescindibile. Oggi,  la libertà è la voglia di abbandonare la casa del Grande fratello. La cultura è presunta, perché non è una prerogativa neanche per leggere visto che si scrive come si parla.
"Povera e nuda vai filosofia"! si potrebbe dire citando Petrarca, a memoria. Oppure se si scrive in internet solo una parola del verso scorre tutto un elenco di autori che ricorrono anche in quelle citazioni colte che appaiono nelle tante "vetrine" còlte o còlte di fb.
Le rivoluzioni sono rimpianto di un mondo contadino che ha perduto il ricordo della falce e dei forconi. Ora nelle campagne si sfoglia internet e ci si mette in posa nudi in un bagno rustico, davanti allo specchio di vetro riscaldato ad arte,  pronti per commentare con gli amici di facebook.
  

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