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martedì 11 novembre 2014

Non è finita

Le parole sono il frutto di una cattiva digestione. Si fanno gemito e dolore che non passa.
Se anche le parole fossero delicate sarebbe meno faticoso ascoltarle.
Non ci si ascolta più perché non c'è niente di genuino da raccontarsi. Ci raccontiamo le notizie dei telegiornali. Il Fatto Quotidiano e La 7 sono alla portata di mouse.
Se ti chiedessi: che cosa vorresti per Natale come regalo? Conosco già la risposta.
"Mi fai schifo e pena! Basta, davvero! Non avrai niente del genere da me! Scordatelo!"
Poi mi metto l'animo in pace e mi ascolto la partita alla radio. Tu fingi di leggere. Anzi, leggi.
Che stranezza la parola scritta. E' così disinvolta di questi tempi che neanche sembra di avere tra le mani un libro.
"Che cosa sembra?"
Lasciamo stare, va.
I libri avevano degli spunti. Erano scritti da scrittori.
Adesso li scrivono i calciatori e i malati terminali. Sono storie vere, però.
Io cerco storie create da menti brillanti. Le storie si vivono o si contemplano aprendo il cuore alle vite degli altri.
Le storie vere devono essere ideali, se no sono storie vere ma senza senso.
"Io ho una vita incredibile da scrivere!"
Conosco vite incredibili che non sono mai state scritte.
Socrate non ha mai scritto niente.
La trasmissione orale era dominio dei sapienti e dei ciechi.
Ora sapienti e ciechi scrivono storie per disadattati. Sono i nuovi confini della letteratura.
Ah, c'è chi adora qualcuno che gli dà emozione. Odia le storie troppo commoventi. Tiene lontano da sé gli sbirri. Non apre la porta ai Testimoni di Geova. Apre le gambe per prendere aria d'estate. D'inverno le tiene chiuse. Non si fida del freddo e degli sconosciuti.
I libri raccontano storie.
Bisogna saper raccontare.
Qual è il segreto?
"Tappatevi il naso"" Si dice così. "Tappatevi le orecchie!" Si diceva così. "Tappatevi quel che volete," non si dice ma ci si rode dentro.
Un libro di storia racconta la vita di Berlusconi.
Un libro di religione, la vita di Gesù.
Un libro di storia dell'arte, di san Sebastiano e la Sacra Famiglia.
Come rimpiango le città di mare. Le città di montagna mi mettono ansia.
"Ci sono poche città in montagna. I paesini di montagna sono carini."
Viene voglia di scomparire e non incontrare nessuno.
Lo fanno gli ipocriti, i poveri di spirito e i malati di cuore.
Prima bisogna liberarsi dei miti. Poi dei fantasmi, delle credenze stupide e degli uomini che credono di essere furbi.
Le donne sono fuori da ogni giudizio.
Per ora è così.
Anche se non c'è da prendere seriamente teorie che propalano differenze evidenti tra uomini e donne.
Ognuno porta in giro la sua figura.
Certe volte è talmente evidente che non è una figura da emulare.
Poveri gatti che diventano matti col vento. Cambiano una consonante, ma il disagio e profondo.
Mi viene voglia di tornare indietro nel tempo.
Platone era uno che mescolava volontà, desiderio e passione.
E' sempre bello avere un amico, anche per chi non crede nell'amicizia.
Da quanto tempo si combattono guerre.
Non è finita.



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