Eccoli
chiedere di far cambio con le loro
sciagure.
Facce
sfigurate, occhi pieni di veleno, senza pace: ti cercano per dirti che sono buoni: “Non è come sembra. E’
un malessere passeggero. Mi dici qualcosa?”
“No, non ti
dico più niente! Anche le parole sono un furto per uno che chiede.”
“Ma che cosa
dici? Come ti permetti?” si agita, dando sfogo ai pensieri peggiori, mai
trattenuti completamente: neanche nei momenti di stima. La stima serve per
mettersi a ballare insieme.
“Ma mi lasci
in pace!? Te ne vai a fanculo!?” segue la reazione non voluta, ma la più
opportuna.
L’animo è
ferito dalla violenza, perché la finta gentilezza è un reato perseguito dalla
legge. La gentilezza è in un cuore senza peccato.
Il peccato è
all’origine, al di là delle manifestazioni.
“Sii più
semplice ed esplicito!” storce la bocca la cattiveria, che non sa di essere
allo scoperto, dopo le tante occasioni ricevute per non sbagliare. L’ultima
volta è stata deplorevole: ha pianto, senza saperlo fare.
“Come può
versar lacrime chi non ama gli altri? Piange per sé! E’ l’unico male che
l’affligge.”
Il male è
sempre alla ricerca di bene.
Anche il
bene ricerca il bene.
Il male è
sempre fuori dalle corse dei peccatori verso la redenzione. Il male cerca di
confondersi tra la folla. A volte riesce bene nel travestimento. Poi però si
manifesta nelle azioni terribili, nel tremore delle sue mani che faticano a dare
un po’ di pane, nella bocca che non respira se un amore è pieno di beltà.
L’amore è perverso quando chiede di essere errore. Quando è monotonia è
bontà!
Soffia di
nascosto la rabbia la cattiveria, che si accorge di non avere chances: quando
l’amore l’ha battuta.
“Non ridete,
facendo la parodia del potere! Siete
insulto all’umanità anche quando parlate di bene! Il vostro bene è
cercare di stare al posto di chi gode da solo di un privilegio!”
Il bene si
dimostra, e si realizza quando è povertà: piacere più che condizione primigenia
della vita.
“San
Francesco mi guidi! I martiri di ogni guerra siano compagni di viaggio verso la
povertà e l’umiliazione!”
L’umiliazione è perversione quando è richiamo. E’
una forma di mascheramento della cattiveria, che avvicina a sé il gesto della
bontà.
E’ bene
allontanare ogni insulto! Siamo nati per vivere, soffrire o godere è
indifferente se il risultato è la cura dell’anima. L’anima non vive di piaceri
corporali. La carne è lussuriosa e brama piacere. La carne è propria di un uomo
piccolo. L’anima è nei santi e nei martiri.
“Ridete!
Ridete! Sono dimenticati uomini di potere come Temistocle e Cimone! Pericle è
rimasto nel cuore degli studenti giudiziosi! Le lauree rendono ipocriti chi non
è compassionevole verso i miseri! I Potenti non esistono se non scelgono. Se
decidono per accontentare chi minaccia di lasciarli soli suscitano compassione
come i miseri di cui si illudono di essere capi!”
E’ libero
colui che vive lontano dai clamori di chi per errore è considerato potente!
Potente si crede anche chi ha semplicemente un lavoro di sciacquino al servizio
della dimenticanza! Psammetico sapete chi è? E Psammenito? Erodoto è rimasto
nelle coscienze dei lettori! I potenti che ha descritto sono fastidio di una
memoria che non regge!
Siamo ancora
a novembre, anche se l’aria odora di cadaveri putrefatti .
La
cattiveria teme per sé, sperando che non succeda nulla alla sua carne, alla sua
ricchezza, alla sua casa, alla sua bramosia.
I miseri
piangono e accolgono il dolore che trova compiutezza e pace nelle suppliche e nelle
preghiere.
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